La lamentela è una attività molto diffusa nei luoghi di lavoro, dove spesso si assiste a gruppetti di colleghi che recriminano sulle decisioni prese a livelli superiori, oppure su quello che continuamente subiscono, senza che questo produca iniziative concrete volte a migliorare veramente le condizioni di lavoro. Questa lamentela nasconde il “senso del dovuto”, un atteggiamento che indica come il pensiero sia rivolto unicamente a quello che pretendiamo per noi, senza renderci conto che siamo parte di un insieme più grande che deve funzionare, perché non è possibile stare bene in un contesto malato.

Come esempio potremmo prendere in considerazione le cellule di un organismo, ognuna delle quali ha una sua funzione specifica. Se ogni cellula fa il proprio lavoro, l’organismo è in salute e ogni sua cellula partecipa di questo benessere. Se invece le singole cellule pensassero solo per sé, l’organismo si ammalerebbe e tutte le cellule ne risentirebbero.

Impareremo ad ascoltare le nostre recriminazioni e a riconoscere quanto siano nocive per noi e per gli altri, nascondendo una sorta di egoismo o di avidità che ci fa pensare solo al nostro “presunto” bene, senza tenere conto del contesto nel quale viviamo. Esattamente come per le cellule di un organismo, questo non può portare nulla di buono. La meditazione aiuta ad allargare la propria visione, a comprendere come il bene comune abbia inevitabilmente come ricaduta anche il bene individuale. Non siamo soli, siamo parte di un insieme più grande che stiamo contribuendo a costruire e se questo insieme sta bene ci guadagnano tutti.

Riconoscere ed apprezzare il proprio ruolo nella vita, se davvero pensiamo di meritare di meglio, significa smettere di lamentarsi dirigendo le proprie energie nella direzione del cambiamento.

In questo percorso impareremo a operare in modo costruttivo alla ricerca del bene comune… possibilmente senza lamentarsi.