Le emozioni fanno parte della natura umana ed ognuno di noi le possiede, ma come vengono agite? Ci troviamo a nostro agio quando le percepiamo oppure cerchiamo di reprimerle per non mostrare i nostri lati “nascosti”? Le viviamo come un’opportunità oppure come un’inutile orpello, un intralcio sul cammino di ciò che vogliamo realizzare? Tante sarebbero le domande che potremmo ancora porci, ma per il momento credo che possano bastare.
L’essere umano umano vive gran parte del proprio tempo timoroso di mostrarsi, semplicemente perché fa parte della sua natura, incapace com’è di essere se stesso fino in fondo, vittima delle proprie paure generate dall’ignoranza, in poche parole da ciò che ancora non conosce. In questo modo se ne sta nascosto, cercando di carpire informazioni senza palesarsi veramente, camuffandosi per ciò che non è pur di ottenere ciò che desidera.
Questo accade anche nel mondo del lavoro dove, molto spesso, pur di non mostrarsi lealmente, si cerca di far scoprire l’altro, mettendo in rilievo le difficoltà altrui, soprattutto emotive, così da seminare disagi e sensi di colpa. Difficile fidarsi veramente sul posto di lavoro, difficile lavorare insieme per un fine comune dividendo equamente i meriti che, molto spesso, divengono terra di conquista, calpestando chiunque venga riconosciuto come un intralcio.
Gli operatori del benessere psicofisico Mederi desiderano migliorare la cultura del lavoro, anche attraverso le emozioni, che devono essere vissute con maggiore leggerezza, perché le emozioni sono ciò che muove il sangue, che a sua volta è vita. Vivere le emozioni con maturità significa portare passione nel proprio lavoro, aiutando le persone a riconoscere le loro qualità per poi metterle a disposizione del bene comune.